D. Eugenio. Povera Donna Sofia!
D. Sofia. Sulo Dio me po salva! A isso, a isso sulamente tengo fede!
D. Eugenio. Non dubitate, guarirete subito… E diciteme na cosa… Viene a dire… che io non vi debbo più nulla?
D. Sofia. (con scatto). D’ ’o nteresse? Ma ’o capitale m’avite ’a dà quanto cchiù priesto è possibele.
D. Eugenio. Donna Sofia mia, se non viene il ventisette del mese, non vi posso servire… Voi lo sapete. Il Pio Monte della Misericordia paga il ventisette. Però vi avverto che non vi porto tutto. Quanto più posso: ecco.
D. Sofia. Facile vuie… Vuie site nu galantomo… Chi sa! Forse, quanno venite ’e vintisette, nun me truvarrate nemmeno… Ma vuie restate tutte cose a Criscenzo… Avite capito?
D. Eugenio. Non dubitate. Fino all’ultimo centesimo.
Crescenzo. Site rimasto cuntento?
D. Eugenio. Contentissimo, vi pare! Fino a mo ho pagato già tre volte il capitale, pagando solo gli interessi.
Crescenzo. E che vulite di’?
D. Eugenio. Voglio dire ca… na vota che me trovo abballanno, voglio paga pure l’interesse, e da voi non voglio essere beneficato nemmeno d’un soldo.
D. Sofia (sorpresa) Ah? Giesù! Va a fa bene ’ncoppa a sta terra!
D. Eugenio. Io ve ringrazio d’ ’o bene vuosto… Il mio desiderio è di pagarvi tutto.