Paggena:'O figlio 'e don Nicola.djvu/23

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atto primo

Cartuccia Signò io ve voglio dicere tutte cose, io voglio mettere ntcrra.

Fortunato — (Oh! è fervuto ’o matrimonio! )

Lt’CIANO (Che bell idea;) Si, parla, parla e discolpati innanzi a questo nobile consesso che ti deve giudicare, Tu fosti rea evvero. IVI a per te milita la foiza irresistibili. ed il vizio parziale di mente. (Mariu io te voglio bene ma statte zitta)

Camilla — Nè che ’è ’o fatto?

Fortunato — Non l’avete capito? È na causa che s"a passa cu me.

Luciano — Di fronte a tanta abnegazione, con queste prove così convincenti chi di voi oserà condannarli. F. adesso vi dirà il resto, il mio collega!

Fortunato — Si, illustrissimo signor presidente, similori giurati, signori della Corte. Questa donna che vedete innanzi a voi è affetta da vizio ineritale. Povera vittima della miseria. Ella cadde, cadde per non rialzarsi mai, mai più, che ne volete dunque da una povera pazza!?

Mariuccia — Paglie io non sò pazza!

Fori UNATO — Tutti i pazzi dicono cosi. Questi poveri disgraziati non conoscono la loro sventura, ed ecco perchè spesso sono trascinati nella colpa e nel delitto. Et sic consequoniam justizia mea superlecit in aeternum tabernaculis sui! Aggio scanzato n atu guaio!!

fine dell’atto primo.