— 5 —
un poco soverchio, e se mi presento in questo modo. Dunque voi siete la persona che desiderate parlarmi? E quella bestia di domestico mi ha detto che eravate vecchio. Che gran bugiardo che è quello Asdrubale… Vecchio, ma dove sta questo vecchio?… Io voleva dire… Scusate sapete… perdonate… così mi fece pure l’altro giorno: venne un amico mio strettissimo, che io stimo moltìssimo, e quell’asino di servitore gli disse che io non stava in casa: mi fece indisporre, parola d’onore: io poi che sono un uomo alla buona, precisamente come la buon’anima di papà, non mi piacciono queste cose! Dire che non ci sono, mentre sono in casa, fare aspettare una persona tanto tempo non è uso mio, come non usava nemmeno papà, ed io ho preso tutto il suo naturale, tutto perfettamente; e questa veste da camera sapete perchè mi va così larga? Perchè era di papà ed io dopo la sua morte non me ne sono incaricato farla stringere, o pure di farmene un’altra nuova, quello che portava papà debbo portare anche io. Basta, lasciamo questo discorso, sedete, vi prego (prende due sedie e seggono) Dunque posso sapere con chi ho l’onore di parlare?
Giul. Ecco qua, vi dirò, io mi chiamo Luigi Porretto, e vengo appunto per…
Fel. Luigi Porretto? Porretto, ma io conosco questo cognome, sissignore: vostro fratello è tanto amico mio.
Giul. Mio fratello! (Chisto che dice…) Aggio capito, Asdrubale m’à ditto che è soleto a dì buscie, asseconnammolo.) Ah, conoscete mio fratello?
Fel. Sissignore, eh, vi pare, siamo stati amici intimi.. Seguitate, seguitate.
Giul. Dunque, avendo saputo che oggi deve arrivare in questa casa il signor D. Bartolomeo Migliaccio, mi sono portato qui onde conoscerlo e proporgli un affare di negozio.
Fel. Ah, sissignore, e non tarderà molto a venire insieme alla figlia, mia promessa sposa.
Giul. Ah! Voi sposate la figlia?
Fel. Sissignore, tutto è combinato. Questo fu un matrimonio che propose la buon’anima di papà a D. Bartolomeo, che erano amici scorporatissimi, e mentre l’anno scorso si stava combinando il matrimonio, papà