Paggena:A scarreca varrile ossia No bastone chiacchiarone.djvu/12

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son nervosa, e tutto mi dà fastidio… ma guardate un pò come ci siamo combinati bene. Ah! ci ha colpa la disgrazia di mio padre!… Basta oramai è fatto. (dopo essersi seduta va per prendere il laroro dal cestello e vi trova il codice.) Ah! ma costui vuol mettere a prova la mia pazienza! Ha messo il codice nel cestello per farmelo leggere. (l’apre). E pretende che una giovine si debba interessare… (legge). «Sarà punito con la pena dei…» No, non è questo il famoso capitolo sesto. «Dei diritti e dei doveri dei coniugi. La moglie deve… la moglie deve.» E sorprendente tutto ciò che dobbiamo a questi signori… già l’hanno fatto loro. (legge). «Articolo duecentoquattordici. La moglie deve abitare con suo marito.» Grazie. «Seguirlo dapertutto.» Si dapertutto!… accettuati in quei siti che ai signori mariti non piace.»

P. PAOL. (vestito di tutto punto portando sul braccio la giamberga, il cappello il bastone e guanti). Ah! lo bì che finalmente te si decisa a leggerlo lo capitolo sei.

GIUL. (buttando via il libro). A me, si pazzo… pigliavo il mio ricamo.

P. PAOL. (Chiano chiano se fa, lo leggeva, lo leggeva.)

GIUL. Che sorti? a quest’ora!

P. PAOL. Si. ma torno subito.

GIUL. Questa mattina, mi hai detto che non saresti uscito. Dove andate, s’è lecito?

P. PAOL. Vaco… vaco… a comprà un poco de sapone pe la barba, che l’aggio fernuto. (si finisce di vestire).

GIUL. Ab! vi mettete l’abito nuovo per andare a comperare del sapone?!

P. PAOL. No, pecchè tengo pure nu niozio da combinà abbascio a la dogana.

GIUL. Bravo… e per trattare affari in dogana, vi abbigliate cosi.

P. PAOL. Aggio da fa pure certe visite.

GIUL. Visite… visite.

P. PAOL. No visite… voglio dicere…

GIUL. Che vuoi dire… che vuoi dire?…

P. PAOL. Ah! saje che m’è seccato; tiene l’abilità de me fa mbroglià. Voglio ascì, pecchè aggio d’asci, e non me nzallanì.