Camera in xapa di Cfrìiijo con an balcone a dritlQ.
Clauso e Pulcjublla, indi il Villano con lettera. •
Car. (uscendo fuori Ili sè) Chiudi la porta.
Pul. Ma lassarne farle na secutàtà.
Car. 'Npn voglio., •
Vill. Signò, io...
Pul. Tèccone uno...di mmarmotta! (lo bastona) fili,! Ah! (gridàndo) Io vengo da Panecuòcolo.
Car. Fermati * è un corriere.
Pul. Si, ccorriere? e tt’ aggio pagato la posta. VìU. Comme f io ve porto na lettera de lo goore, e cèhisto mme fa sta sorta de vàrriata!
Car. Abbi pazienza, eccoti una moneta ’, ritorna quest' oggi per la risposta.
Vill. Bene mio! mm’aye acciso! (via)
Car. (apre la lettera'$ leggendo si addolora) Misericordia!
Pul. Ch’ è stato?... - '
Car. Mio padre» in unp tempesta, ha perduto il brich.cop tutta la mercanzia:*
Pul. Che allegrissima, disgrazia 1 E ddqnare non
. te nn’ ha marinati)?
Car. No, «enti come scrive. « Potrai portarti dal c banchiere D. Annibaie Cacciaflato, egli e ti pagherà 2OO ducati per mio conto: c questo danaro ti serva d’alimento, giac(t chè io debbo mettermi in cammino per li l’unica e sola lite che abbiamo per no*