« s?tra sussistenza. Intanto caro figlio, tipre« vengo che la miaità-e la mia circostanza K esigono phe tu prenda stato. Corre corri* « spoiwleoza da qualche tempo coni l'amico « Pangrazio Cocozziello di Bisceglia, che (trovasi in Napoli, -e propriamente al* c la strada Pendjdo ipir 17. Recati co*
. età, guarda sua figlia non brutta e spo* sala subito.! Io 3 non miti. a Questalfit<t tera àcelusa è. per t’amiso anzidetto,-1a a essa v’è il mio consenso legalizzato...
Pul. Comme! e Ccatarina?
Car. Sarà 1’ tiniea spense di questo euore.. Nè D. Pangrazio, ne sua figlia, sono ^a me conosciuti; per cui Caterina ho, veduto, e Caterina sarà mia sposa, altrimenti mèrito celibe.
Pul. Già' celibe: Quam pater meus |ee»t votus in capillis, -,.
SCENA VII..
Odfiti il suono delta chitarra, 4 quindi ? uomo che canta., ■
Pul. Che rrobà è sta chitarra?.
Car. (si conduce ql balcone) Unuomoì'arpeggia dirigendo qui lo sguardo!
Pul. Uh! uji! liìazzarune pure tènene.mente cca ncoppal...
Car. Vedi,.vedi., la gente.coppatisee alle finestre... ',
Pul. E ttutté guardano «ctu ■
Car. Misericordia! che altro negozio è questo!
L'uomo.— Scustàteve squetàteve;. Ca llà sta Don Ciccillo.