Pul. (c. s.) Caspita! Qui ci abbiamo due lanterne magiche stupendissime, (indicando gli oc• chi) no nasino discendente dalla famiglia peparuolatòria, n a vocchella vero campione de no furno de pasticciària, na faccella tonna schiacciata semilunga e ovata! Insomma io nce trovo tutto pe ddirte: (cantando) sì bella, sì bona, sì ttutta cianciòsa, mme pare na sposa, mme faje morì.
Lor. Che significa questo canto?
Pul. É na serenàta in abresceglia.
SCENA IV.
Giacinto con canestro continente pane, formaggio, vino ed altro e detti.
Gia. Eccome cca a mme. /posa il tutto sul rth stico tavolino) Me chiammate scostumate perchè non apparecchio na tavola decente? ma che aggio da fa? necessitas nòa habet legèm.
Pul. Dicette Tito Livio nei suoi scienziatissimi scflcàmarroni.
Lor. Che apparecchio, che tavola!.. IVty J®’® uo pò, chi credete che io sia?
Mari. E nc' è addiramanna? na persona rieca.
Lor. Che dite, sono un uomo e nieote altro. Ricco, lo sono per combinazione... (mangiando) Un momento; lasciate che beva un bicchièr di vino. (dopo eseguito si reca innanti dicendo) Eccovi rn quattro parole ua cenno di tutta là mia biografia. Ab pigine io fui coltivato^ della/terra.
Gia. Comme mo?
Pul. Zappatore, xi... '