tar mio figlio cogli aliti della moda, l'ho mandato in Parigi in unione di suo cugino carnale, il pittore.
Pan. Ah se, mme pareva de vede na capo mancante, figlieto era na vera cocozza longa. Ne Girò? sarrà lo naso mio o che? ma io te sento na puzza ncuollo.
Gir. Puzza! Bah! il cerotto di rose governa la mia testa.
Pan. Mmece de rose fosse cerotto de recotta schianta, di’ la verità?
Gir. Non celiare.. (guardando a dritta) Oh! eccoti la bella amazzone.
Pan. All1 arma de F amazzone! chesta è na vera sibilla!
SCENA VIH.
Donna Ciomma, e detti.
Cio. Signori— signori, (facendo riverente in caricatura)
Pan. (Ogg’ è Sabato!)
Cio. Sissignor^.(guardando con attenzione Pangrazio) Secondo il ritratto ricevuto, voi dove? essere il fortunato mio ciclope.
Pan. (Puozz’ ave iia funa ncanna pe primrao appetito; vi chi mme chiamma ciclope; essa me pare la fucina de Vurcano).
Cio. Asseggettatevi, asseggettatevi. (offre le sedie a Pan. e Girolamo)
Pan. Senza cerimmonie. (sedendo)
Cio. Ehi 1 fate venire Cioccolata con pagnottine, (a Pan.') vi piace quella co lo senzo •de vainetta.
Pan. (A la panza.)
Gir. Vainiglia.