tasia. (uscendo) Vedete un pò se la moda presente non richiede questi ricciolini, non esìge laJila divisa... Gae.
(interrompendolo) kceellè, è venuta la rrobade...
Gir. Poi dite che noi altri signori siamo capricciosi/Ecco qui, bisogna assolutamente che io ti licenzii, bisogna che mi associi al Salone Francese per serbare le convenienze del Bon-ton.
Gae. (come sopra) Accellè, lo vastaso che...
Gir. Uomini bassi! senza gusto, senza elevatezza, senza ingegno...
Par. ( Mo nce lo manno sa. ) Scusate...
Gir. Che scusate e scusate, questa è la parola so.
lita di voi altri. ( contraffacendolo) Scusate...
scusate..: Sei un animalaccio!...^ Gae. ( come sopra, gridando ) Signò, Accellè...
sentiteme...
Gir. Che diamine hai?
Gae. E benuta la rroba de...
Gir. ion voglio sentir niente, quando si disputa sulla moda non voglio essere disturbato.
Gae. Ma l’affare vuosle li volite sapè, si o no?
Gir. La moda esige preferenza a qualunque altra cosa.
Gae. Ma...
Gir. Lasciami, va fuori, non voglio essere disturbato ti ho detto.
Gae. (Puozze crepa tu e lo fanateco che sì.) (via) ^ Gir. (passeggiando) Talpa! decisissima talpaI sei indegno di coltivare i capelli di un Buontonista.
Par. Ma, scusateme, mo li ricce non s* usano chiù; mo corre la moda de li desterrate, li capille hanno da essere rase rase fatte a ponta de forbice.