Pan. Ab! Chisto era lo fatto, e allora è ttutto rimmediato, tè acchiappa sta fede decred’ deto. (consegnandogliuna carta)
Rob. (osservandola) Questo è un preventivo!..
Pan. Che jeri mi onorò contro i meriti miei. Te sì ppersuaso de la ricchezza de lo zio de Metilde; haje visto a cche stato me trovo?
Rob. EJ vostro fratello soffre di vedervi nelle prigioni y
Pan. Soffre! cbillo si mme vedarria sull9 aria purgata de la Concordia sarria capace de dà no festino!.. Haje da sapè che ha minacciato de levarme pure lo mmangià si non baco a ffaticà a lo magazzino.
Rob. Dunque chiedo perdono a yoi delle profferite ingiurie, ed auguro un accidente al vostro germano.
Pan. Meno male, aggio avuto la grazia!
Rob. La mia Matilde?
Pan. E ddinto co na convulzione.
Rob. Povera giovane, voglio!.. (per avviarsi nelle stanze interne)
Pan. (lo trattiene) Statte, ca dinto nc’ è (fraterno.
Rob. È d’uopo d’evitare il suo incontro. Io parto, falerni subito saper lo stato della salute di Matilde, ed accertatevi che da questo istante io farò l’impossibile per ingannar D. Oronzio, e giungere al desiato scopo. Ve ne crucciate?
Pan. Falle pure na rotta d’ossa che ppoco me preme.
Rob. Ci siamo intesi. (si avvia e poi si ferma) A proposito, mi cade in acconcio di darvi una pruova affettuosa del mio sviscerato rispetto: parmi che persona stia abbasso per abbracciarvi con tutta cordialità.