Ern. Come!
Fau. (c. s.) Ca non è vero che... ah, ah, ah!
Em Ma spiegatevi.
Oro. (comparisce dalla porta di mezzo e nel vedere Ernesto prorompe in pianto) Ih! ih! ih!
Ern. Voi piangete, e le Mostre donne...(nel mo* strarle, Matilde e Faustina fingono di piangere)
Ern. Diamine! informatemi una volta; non sono qui venuto per rendermi il vostro zimbello.
Oro. Vuje site venuto pe’ffratemo?l’avite visto?
Ern. Non ancora.
Oro. Tanto meglio, jatevenne perchè altra persona l’ha visto, e già è stato ordinato cheUo che nce vò. (tra sè) (Dicimmo accossì.).
Mat. Ne papà 9 chi l’ba visitato?
Oro. Xo canchero.
Ern. Brutto professore!
Oro. (tra sè) (Àuh! chilii duje poco tricand a bbenì, vedeno che nce sta Chisto, so ccapace de votà li spalle e gghiresènrie n’auta vota.) D. Ernè, faciteme la finezza jatevenne ca sino scombinate tutte l’affare mieje.
Erti. Come! così si riceve un amico! io non pretendo di esser compensalo, ma almeno lasciate che vegga il signor Pangrazio.
Fau. E dde justo.
Mat. Mo lo facimmo astu.(entrano)
Ern. Dunque è nello stato di camminare?
Oro. Che ccamminà! chillo è ddeventato no vero scorfano! D. Ernè, sentite a mme, vuje non ne cacciate niente; voi medicate coi metodo del 500