Pan. Ah! ah! (fa conoscere di non poter parlare)
Oro. Frate mio! frate mio! (resta in un lato a piangere, voltando la schiena a Pang.)
Mat. (piano a Faust») (Fausti?..)
Fau. (Io mo sbotto da la risa.)
Ern. Lasciale che senta il polso... (esegue) (W inganno? balte regolarissimo.) (con tutta precauzione) (D. Pangrazio, sinceramente; che vi sentile?)
Pan. (furtivamente)(Debiti. J. (mentisce come sopra)
Ern. (ad Or. con aria scherzevole) Avete ragione,caro mio, l’amico ha bisogno d’altro professore che lo sollevi, ma che stia ad abitare in qualche banco, poichè... Ah’ah, ah..,
Pan. (sotto voce) (D. Ernè, puozz’ avè na funa ncanna, statte zitto.) (affetta c. s.)
Ern. (tra sè ridendo) (Solo questa malattia non è Capitata mai fra le mie mani! (a Pan. c. s.) Quant’ è la somma?)
Pan. (c. s.) (Pe mmo tenco lo preventivo pe 300 ducale, ma pò jammo nfaccia a lo miglia?™.)
Ern. (ad Oro.) B moribondo, è moribondo...Ah, ah, ah!
Oro. É moribondo, e rredite! perchè capite che non si può guarire da voi.
Ern. Oh! per questo dite benissimo, io non lo posso guarire e voi sì.
Oro. D. Ernè, tu la piglie mpazzia, e la malatia d%e fraterno...
Ern. E un nulla.
Pan. (tra sè) (Puozze fui pe ddebeto!)