Pul. (e. s.) Eh! ch!
Oro. (a Lui.) È grave la malattia?
Lui. (c.s.) Gravissima I
Pul. (c.s.) Gravidissima!
Lui. (a Pul.) (Zitto, bestia!)
Oro. E questo signor medico la crede una cosa da niente.
Lui. Buh! (sorprendendosi eccessivamente: Ernesto to contempla con amaro sorrìso)
Pul. (tra sè) (Bù! n’ora e mmeza; è sparala la cannonata!)
Fau. (sempre intenta a guardar Pul.) (Ma quanto è bello sto miedeco, è ccosa che non se po ccredere. Ah! / sospira sottovoce al. le spalle di Pul.)
Pul. (tra sè) (All’ Ossa de màmuneta!) Che cos’ è?
Fau. (piano) Sio mmalata.
Pul. (con significato) Vi guariremo poi.
Ern. Signori professori miei maestri, (salutando li e vien corrisposto con gran sussiègo) I vostri nomi?
Lui. Io sono il celebre doltor Tricchitrafruvolimbommistrutt,
Ern. (tra sè).(Misericordia!)
Pul. Ed io sono il calloso dottor Torotoccottòmbimba nibon.
Pan. (tra sè) (Aggio da ire nautavolaa la scola pe mme inparà sii duje nomine.)
Ern. (tra sè) (Ho capito questi sono (fue impostori.) (a Lui.) Signor, Tricchi.M Tacchi...
Lui. Trafruvolimboramistrult.
Ern. (a PuL) Signor Torpto...
Pul. Cotlòmbimbambon.
Fau. (a Mat.) Chiste che nnomme originale tènenol