Lui. Spendetemi signore, spendetemi tpme volete.
Pan. Fainmefa pace co lo Sole, e de Ili ccarne ’ ineje si accorre fanne purè sacieee de fègato.
Rob.(a Lui. J Il solo vostro coraggio potrebbe procurare la comune felicità.
Lui. Yi dico, spendetemi.. Che dunque volete ’ ch’iofaccia?
Rob. Che so to!.. Potreste prender partito dalla vostra polvere, e..
Lui. Un momento, un momento: per Escuiapio -Che questo pensièro è inarrivabile e cade a proposito. D. Pangrazio, vi dice il cuore di secondanti)?
Pan. Io v’aggio ditto,abbasta che lo Sole m’accor - da la sua benevolenza, eccomi qua, son tut - to vostro.
Lui. Ditemi: vostro fratello è tuttora nella ferma idtià, che la mia polvere vi abbia guarito?
Pan. Fermissima; anze mm‘ba dato j)ure cierto ssale Inglese ch’è ggbintoappurgà la strada.
Lui. V’ha dato anche il sale Inglese! corpo del mio appetito! questo secondo recipe è adattassimo per la nostra generale guarigione!. Ma la sua medicina vi è stata presentata prima, o dopo della mia polvere?
Pan. Doppo.
Lui. (giubilando) Dopo! dopo! siamo a cavallo per fiacco! Vènite.. venite meco., concer* tiaroo ilmefczo..
Pan. Ma aspettate, avessemo da fa tuppO de faccia?.. ’,..,
Lui. Che (uppo e tuppo!.. dov’ è Luigi non v-’ è da temere: D. Roberto voi furtivamente vigilale sull’abitazioae di D. Oronzio; e noi, D. Pau-