domi visibili, lo guardano, prorompono in riso ed entrano in una delle stanze a sinistra)
Pan. (alzando la testa) Sè, mme piace sia scena! Lo mie...Veneno chiù gente! (situasi come sopra)
Car. (dalla 2.a porta a dritta comparisce con Anseimo) (Eccolo cca: sia stiso ncoppa a la tavola.)
Ans. (Non occorre altro, vattene.)
(Cariuccio si allontana, ed Ans. recasi innanzi; guarda Pangrazio, quindi per la parte di dietro sì nasconde sotto la panca ov è disteso il suddetto, e resta coverto dal tappeto)
Pan. (alzando il capo) Ch’aggio da fa? (sospende il tappeto) Amico?
Ans. Che cos’è?
Pan. Che ffaje lloco ssotto?
Ans. Zitto.
Pan. Che zzitto e zzitto: jesee da lloco.
Ans. Non voglio uscire; e tu cosa fai così disteso?
Pan. E io aggio da dicere a tte li fatte mieje! Jesce da iioco.
Ans. Non voglio uscire, replico.
Pan. Jesce (dandogli un ceffone)
Ans. Sia sodo.
Pan. O jesce, o allucco miiorto e buono.
Ans. Se non zittisci, ti pungo. (mostrandogli un piccolo stile che cava dalla saccoccia)
Pan. Oh! mo aggio da essere acciso addavero!
(lascia cadere il tappeto e si stende come prima)