strutto, e per servirti non mi curo neanche di far colazione.
Mar. Stajè diuno!
Pul, Diuno, diuno; solo a Ccasanova aggio voluto prova no. poco de pane, vi na palata de. daje rotola accompagnata co no tiano de carnate ppe llevarme lo ggrassoda tocca, m’ag* gio magnato uno e mmiezo de v^rmè^ielle co ll’ aglio e U’uoglio.
Mar. Ah, ab, ah! ( viano )
SCENA V.
Alfredo, quindi Pàngbàzio.
rAlf. ( con foglio fra mani ) Bene, benone! ecco assicurato un pranzo vita durante al signor Pangrazio: ( accostandosi alla curia ) amicone, qua qua: favorite un momento.
Pan. Che nc’è ne D. Alfrè?
Alf. Fortuna per voi, argine alla vostra disperazione.
Pan. Argine! comme mo?
Alf. Cbe vi passa per salario il vostre principale?
Pan. Pochi ducati al mese.
Alf. E preferireste di starvene in una casa di buon gusto?..
Pan. Comme? spiegate.
Alf In compagnia d’ un signore oh1 è il vero tipo delia generosità?
- Pan. Più chiarezza.
Alf Io tempo fa,vi parlai di quei mio compagno che trovasi in Roma...
Pan. Lo quale s’ è stufato de campa?
Alf. Precisamente. Sentite ora una sua lettera rinvenuta in posta pochi momenti sono.