Paggena:Altavilla - Li ttre epoche.djvu/69

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Alf. Favorite, signor giudice: Giovanni, noi sia* mo qui per far la divisióne di tutto ciò cbe ci ha lasciato quel babbeo di Rodrigo.

Pan. Babbeo! haje da dicere porpetta, porpettone! Ptil. Vi ca’ sa che yi dico? parlate,bene de D. Rodrigo, ca sino l’affare fènesce a malazzate! Giù. Zitto, arrogante t ecco il testamento, (l’apre e legge) « lo sottoscritto Rodrigo Largella... Pul, Povero Lancella. «. mo se spàrtene pure li ccofeoatora!

Giù. Ma una volta vuol tacere? se non mi servis* «eroi testimoni lo farei esodar fuori— < Dic chiaro lasciare al mio antico Pangrazio « Cocozziello il mio lenimento denominato

< Ciaradella: al mio grato, «incero, ed af> « fezionatò Alfredo... rAlf. Grazie, grazie... quante caricature!..

Giù. «I due stabili alla strada Montecavallo, e la c metta della fattoria dell’Erba; l’altra metc tà ed il resto della mia eredità, mobili,con« tanti ed altro, che sia incaricato il mio c amico di diriderla al fattore Giovanni e la c mia servito. »

Pul. D. Rodrigo mio... e oomm’ è stato!... * (piangendo)

Mf. Fateci esaminare intanto questo fondo coq tutta precisione.

Gio. Pulcinella, conduci quésti signori da per* tutto. Pul. ( tra sè) (Pure dinto a lu puzzo!) (il Giudice,

Alf. Pan. e Lui. con Pul. viano per la porta ehe conduce alla campagna )

Gio. ( tra aè) (Facciamo uscire quel povero Giù* seppe. ) (finirà nel forno e chiude la pòrta ) Rad. Ecco cosa •significano gli amici! veri eredi affezionati che piangono i defunti!.», ah! se