Kiiu. Piano, piano: rileggiamo il testamento..(legge sottovoce e si sorprende) Oh Cielo!
Tut, Ch’è.stato?
Giù. Nel lèggere il testamento non bo veduto un codicillo.
Tut. Un codicillo 1
Pul. Un soricillo!
Giù. (legge) « Prevedendo cbe domani posso anue« garooi, dichiaro nulla tutte le disposizioni « del testamento, e lascio erede universale « di tutto, la mia figlioccia Luigia Corsiera, Tut. Come!.
Pul. (saltando ptslgiubilo) Uh cche ppiacere!.. uh! ssi muorto che puozze campa 100 pnne ì.
SCENA VII. *
Luigia, con bottiglia e bicchieri.
Lui. Ecco signori un pò di vino prelibato. ^
Alf. ( guardandola sott’occhio dice tra sè ) ( Di» seredato! ah... se potessi..)..
Pan. (c. s.) (La guaglionaè assaoguatellà...)
Gio. (c s.) (Sono vedovo; e come suo zio la posso sposare...)
Lui. Signori!., dovete scusare... e vino del paese*
Pan. (affettuoso a Luigia ) Cbe bella cosa 1‘ essere servito da sti belle manelle. *.
Lui. ( tra sè ) ( Io non capisco nulla )
Pul. ( c.s. ) ( Vi, vi, tutte se ntesechèsceno pe se la sposa! Oh mondo! mondo! sei pur sitibondo nel tuo mappamondo! )
Gio. (accostandosi a Luigia ) Son sicuro eh’ ella non badi all’ età... basta che sia un marito affezionato...