mabiHtà che distingue il suo bell’ animo, dichiaraf il tutto, ed ebbi la sorte che i nostri pensieri si confrontavano. — Si, disse mio zio — hai ragione, quel signore è il solo che potrà convenirti: allons! un biglietto dia notizia di tutto, e prevenga il nastro arrivo. Eccoci dunque qgì, e se del pari il vostro cuore trovasi scevro di obbligazioni e nutre per me la stessa premura, io potrò bellamente annoverarmi nel numero delle giovani più fortunate.
Mine a Raf. (Come ha parlate bene! peccato che non aggio capito niente.
Erco (ira sè) (Possibile! alla presenza mia se parla accossì! e ppò na giovane costumata ed educata con tanta riservatezza ardisce di palesare la sua... non me capacita la cosa, attenzione.)
Raf. Còsa dunque volete che risponda sua eccellenza a tanta cortesia? egli si trova confuso.
Mine Sì. mi trovo infuso, e...
Ber (tra sè) (Te voglio asciuttà io.)
Mine E non saccio che parola deposi tà a tanta bontà iiscita dal suo chiacchiarià.
SCENA IV.
Ceccia e detti.
Cec (tra sè) (Comme è aggraziato, che bella faccia che tiene cliillo Fulecenella... (vedendo Ber. ed Erri.) uh chi sò sti signure 1)
Raf. Oh 1 efcco la zia di sua eccellenza. (Benàrdo ed Etichetta si alzano e sJ inchinano)