Pul. Ah si patrone mio... ohUto nume tene lo diavolo ncuorpo...
Pas. Come! a conoscore ciò che io ho fatto!... Ah! nume sorprendente! compassione di noi...
Tad. La vostra pena dev* esser quella di cacciar 100 ducati... altrimenti come, vi ho detto, diventerete due porci.
Pul. Dancille pe carità!... chesto nce mancarria, che se jesse vennenno la nzogna e lo voccolaro dde ìo povero Pulicenella!
Pas. Voi siete padrone di tutto... li caccio volentieri... Eccoli. (mostrandoli in oro avvolti in una carta)
Tad. Buttate il luterotto avanti ai miei piedi.
Pas. Eccolo. (esegue)
Tad. (salta per mostrar la suà gioia)
Pul. Vi, vi, comme zompa... Auh! li denaje fanno canoa-gola pure a li numme degli aquidotli.
Tad. Per causa vostra terminerà la mia condanna, e potrò vedere il Sole.
Pas. E come adesso non lo potete vedere?
Tad. No: quando io presi forma umana fui condannato ad uscire solamente la sera, perchè se usciva di giorno poteva essere arrestato da Momo.
Pas. Chi è questo Momo?
Tad. É 1’ usciere de’ Numi.
Pul. Guè: si osserva ncielo lo vero codice dde l'indebetate!... Uno che Itene lo preventivo dinto a la sacca, non pò asci de juorno da la casa.
Pas. Signor nume rispettabilissimo, che nome avete voi?
Tad. Io sono il nume Caco»