Pul. A servirvi.
Leo. (sottovóce al baroncino) (Licenziatelo subito, il viso di costui m’indispone.)
Baro. (Tanto t’è antipatico sto povero sciabolone! e basta mo, lassace spassà.)
Giro. Signori miei, voi vi applicate tanto coi signor Varriciello e non fate i dovuti • complimenti a questo gran soggetto (indicando Casimiro)
Baro. Chi è il signore?
Mac. Monsiù Sciar: clie ho portato da Napoli.
Baro. Oh perdonate signore: (inchinandosi) una volta di sera ho veduto il vostro serraglio, ecco perchè non vi ho riconosciuto.
Cas. (dandogli la mano) Oh! niente..niente....
Mons. (nel guardar Casimiro si sorprende e dice tra se) (AJonsiè Sciar: coluiP.lma che.. (disapprovando)
Leo. (a Cas) Meritate eccessivi plausi pel coraggio che vi distingue.
Cas. Bagattella.
Mon. a Cas: Mossieur: vu nettpa raossie Sciar; vnua sgel couuè
Giro. (tra sè sorpreso eccessivamente) (Comme! chisto che dicef) (si ritira nel fóndo e mette V orecchio al di loro dialogo)
Baro. (sottovoce a Leoni) (Ah! lengua france se, leagua francese? che hanno voluto intendere T) •
Leo. (È chi ne capisce.)
Pul. Come ha parlato bene, (a Mac.) t
Mac. (Vuje ne conoscite de lingua frqne.esè?
Pul. Cattera! v