Pul. Bella, assanguata, rosecarella de lo haroncino tujo. (baciandole la mano)
SCENA VI.
Leonilda e detti
Leo. (si sorprende) Come!
Luc. Ah! (via fuggendo nelle stanze interne)
Pul. (tra sè) (Donna spizzeca e spuzzeca è detti!) \
Leo. Voi siete un barone ed ardite di...ah! ora comprendo il motivo della vostra venuta qui: forse per incontrarvi colla vii fantesca?..1 benissimo! tutta colpa di mio marito che v ammette fra gli amici suoi persone così ributtanti...mi sentirà, mi sentirà il baroncino.
Pul. (con dignità) Signora, moderate i vostri educati scorpioni; voi capite tutt’altro, vi siete equinozionata con un equinozio troppo equinozionante: quella povera scorfanella era figlia della mia lavindaria a cui io feci da iiotriccia quando era di due anni e fu, nu~ tricolata coi prodotti del mio petto.
Leo. Voi facevate da balia! Ella forse vi nutrì bambino.
Pul. Ah sì ho fatto una posposicolazione
Leo. Posposizione.
Pul. Giusto così: questa giovane quando io ho conosciuto al mondo cosa significava tuco^ liamento del (Juore (primogenito del cambanaro) è stata da me piti volte i bene fischiata
Leo. Beneficata volete dire, ed ora per senti