SCENA V.
Giunge in istrada il Contino Filiberto amicò di entrambi, e prende parte al dialogo degli stessi. Sarà visibile àlV occhio dello spettatore la sola Miche lina., mentre gli altri, come si è detto, dialogizzano dal di dentro della
scena.
Con. Bravo il sig. Enrico! sono le quattro pomeridiane, e tu al balcone per vezzeggiarti con la tua bella.
Mic. Conti, non accommenzate mo.
Con. Ah, ah, ah! io scherzo non ve ne crucciate. Allons! Errico, domanda permèsso alla tua ninfa, e corri ad abbigliarti, perchè le carissime quaglie ci aspettano.
Mic. (dispiacendosi) Ah! sta caccia, sta caccia! ne Conti? non saglite no momento pe ssalutà a (fraterno?
Con. Prendo un caffè e subito sarò da voi.
Err. Oh T questa è un’offesa; (in casa mia vi è una buona tazza di Levante.
Con. No, no, entro qui nel caffè.
Mic. Conti, non ve dimenticate de saglì subeto cca, voglio parlarve de n’affare...
Con. Già già, come amico stretto di vostro fratello, mi volete mediatore ad una pace...
Err. Senza però cederla da mia parte, intendiamoci.
Mic. (.indispettita) Facite bene Don Erri, facite bene)... tiratela quanto cchiù potite, vuje da na parte e ffratemo dall’auta. Sì sto matrimmònio nuosto succedarrà pe na pressa... Ah! vuje aule uommene site tut