qualità di giovane, sarai il divertimento degli avventori.
Car. Sarai il buffone del giorno.
Pul. Ed io vi abbofferò anche di notte.
Car. Come ti chiami?
Pul. Polecenella Ceirulo.
Car. No no, Pulcinella non mi piace, ti chian ererao Monsin Policia.
Pul. Ed io vi chiamerò Monzù Boccola.
Car. Intanto, indossa questo soprabito.
Pul. (vestendoti) Tè, mme pare Don Ninnaro a la festa de lo scassone.
SCENA IV.
Antonio, D. Loca, Cicero e detti.
Ant. (Don Lù; attiento sa, la statua te 1PJè vista bona? mo smocciate tutte ste nnovità.)
Luc. (Penzo io.)
Car. Signori, volete arricciarvi i capèlli? volete tagliarli, comprar delle pomate, ridi’ oglio rigeneratore?...
Pul. Del saponetta di spicanarda, defoglio d’ammennola doce col senso di caciocotto?...
Fed. Signor Policia, ora non è tempo di eberzi.
Ant. (Uh Gì? chillo non è l’ amico che ajere lo juorno se tagliaje li capille a la potecit mia?) (indicando Federico)
Cic. (Sarrà na fisonomia che se confronta.)
Luc. (a Fed.) Potreste avere la compiacenza d’ informarmi de’ generi che sono nella vostra bottega per farne acquisto?
Fed. Mi farò un pregio di servirvi.’(tf mettono a discorrere)