Pul. Azzò si more cca lo miette dinto all1 acquavita?
Pan. Tu vi sto pazzo da dò è beuuto.
Pul. Favorite signor Catapecchia?
Pan. Comme se chiamma, Catapecchia?
Pul. Già, era negoziante, ma pe ttaota fortuna che ha avuto, passaje a essere saponaro.
Esce Carlino vestito com’’ ai è detto.
Pan. Vi che spelale Chisto min’ ha portato cca!
Pul. Assettateve, assetiate ve. (a Pan.) Ommacaro si more assettato, more cchiù commodo.
Pan. Che ve sentite?
Car. (con voce languida) Ab origine, ossia due anni fa, quando la sera aveva terminato il mio lavoro, era solito per un capriccio di condurmi in un viale, e da quello in1 intrometteva in una lunga palude, poi cammina, cammina, mi trova va in un piccolo giardino, dal giardino in una strada, e poi era obbligato a passare un ponticello per intromettermi in un casale; dal casale in una piazza, e dalla piazza in un vicolo...
Pan. (infastidito) Dal vicolo in un cortile, e da lo cortile dinto a li muoffe de soreta.
Pul. (con tuono grave) Signore zittite. Date sfogo all’ ammalato.
Pan. Nzomma perchè camminaveve pe sti luo«he?
Car. Per amoreggiare con una contadina,, nomata Anna, Rosa, Teresa, Rachele, Gesualda...
Pan. (c. s.) Francesca, Mmenechella... Chisto che castico è?