Pan. (come sopra) Chisto è mmuorto!
Pul. No cchiù! paganie lo malato.
Pan. A mme?
Pul. A. tte. Te 11 aggio portato vivo e ncasa toja e mmuorto. (gridando) Guardia, guardia.
Pan. Tu che bonora t’ è fatto afferra?
Pul. (come sopra) Guardia, guardia.
Pan. Mo mm’ ha dda fa passa no guajo.
SCENA VI.
Prosdocima e detti.
Pro. (cavando la testa con parrucca dalla porta a dritta) Che cosi è? mamma tuia!
(si atterrisce vedendo Carlino)
Pul. (a Pros.) Sto briccone (indicando Pan.) mm ha acciso sto piè2zo de giovene. (///dica Car.)
Pro. Uh poveriello a tte! mo fraterno te fa carcera. (entra e chiude la porta)
Pan. In mo passo no guajo nnoceutamete. (avviandosi)
Pul. Addo vaje?
Pan. Abba<cio a la farmacia a ppiglià no poco de spireto, fosse svenuto... Vi die guajo, vi che guajo! (via per la porta fP entrala)
Car. (dopo di essersi assicurato d°lla partenza di P.7n. dice a Pul.) Bene! bene! va appresso di lui, trattienilo un momento, io voglio osservare la statua
Pul. Mo te servo, (via appresso a Pam/razio)
car. Oh I | come va bene. (chiude là porta op e uscita Prosdocima, e sì conduce ad