Pul.. Scamazza palla, si non le staje zitto te scamazzo na rotèlla a la bolognese nfaccia!
Ant. Oh cancaro! io...’
Ern. Ma basta, ora pretido il bastone.
Pul. Facitelo na scotoliata, e mannatennillo pe ccarità!
SCENA ULTIMA.
Carlino vestito con altro abito, con parrucca baffi ec: per nascondere la Jisonomia, indi Erbichetta con soprabito, barba e capelli lunghi, poi D. Gennarino notaro, in ultimo Federico.
Car. (affettando un linguaggio scilingualo) Fae eia gvazid, chi è Don... Don... Don...
Pul. (unendosi alla sua voce) Mba...’mbo...
Pan. E ssonato iniezo jaorno.
Ans. Nzomma che bolite?
Car. Don... ah sì, D> Anzelmo Taglia vello... no, tagliavello.
Pul. Maccaroncello?
Car. No, no...
Ans. Raganella?
Car. Sì, si; pvecisamente.
Ans. Sono io.
Car. Non può esseve... quello ha gli occhiali e la pavvueca come voi, ma quando pavla intavtaglia.
Pan. (contraffacendolo) E questo (indicando Anseimo) intavtaglia.
Car. Signovi miei, tìon mi bnviate, io iiii faccio vispettave, sapete.
Ans. Mà in sómma voi fchi siete,.che volete?
Car. Io sono Don Cesavino Panavino d1 Avpino, sevvo di un signovino Pavigino.