Pan. (come sopra) E mo le sono no cvovattino.
Pul. Nel nasino a piviquacchino.
Car. Sigoovi miei non mi buvlate, vi veplico o io m’inzovfo. (burlandolo) Oh caspito!
Ans. Ma lasciatelo parlare, diavolo! cosa volete?
Car. Vengo a divvi che il mio padvone sta fuovi, e vuol ave ve il piaceva di fave la vostva conoscenza.
Ans. E chi è il vostro padrone?
Car. 11 signove Allix, inventove del busto di ceva.
Ans. E lo fate star fuori? favorisca, favorisca.
Car. Signove favovite.
Err. (entra con gravità)
Ern. Somm’ onore è per noi di conoscere un personaggio di tanto merito.
Ans. Abbiamo il piacere di congratularci con voi.
Err. (alterando la voce) Grazie, grazie.
Pro. (facendo inchini ad Erric.) Signore mio; costruenno chella statua, avite fatto stordì tutta la gioventù; avite ncrastalo co lauta naturalezza la cera dinto a li capille, no li capille dinto a lo naso, no lo naso dinto a lacera....
Pul. Va t’ assetta.
Err. Grazie, grazie.
Car. (a Pros.) Lasciatelo slave, non ^vuol ceviwonie.
Ans. Accomodatevi accomodatevi. Oh giusto in tempo D. Gennarino il notaro, (ad Err.) Voi mi farete la grazia di assistere allo sposalizio di mia figlia col signore qui presente ed accettante? (indicando Ernesto)
Err. Sì: (poi dice a Carlino sotto voce) hai inteso/