Ros. Vuje che ffacite?... susi te ve... v’avessero da vedè?...
Cri. No, do: con quest9 atto d’umiliazione intendo almeno di farvi conoscere qual sia T emozione del mio cuore... troppo gentile Sarcinella! Y onore è a dismisura ed io sarò piò che fortunato nel possedervi quale amorosissima sposa.
Ros. Sposa!! vuje!.. e buje che ncentrate?
Cri. (fuori df sè) Sarcinella che dite?.. Sarcinella non scherzate... Come, Sarcinella, voi non parlate di me?
Ros. Maje. Io parlo àè I’ amico vuosto scorporato.
Cri. Oh! (tra sè) (L’ amico mio scorporato! questi è Pulcinella... oimè! che orrore! Fugge per...) (avviandosi)
Ros. (trattenendolo) Che ffacite? me lassate!
Cri. Barbara Sarcinella I e perchè espormi £d un colpo improvviso? i pori si erano posti in agitazione ed ora... ora passano ad un istantaneo ritiramento! dunque tu vuoi assoggettarmi ad un dichiarato tifo!
Ros. Ma scusate...
Cri. (uscendo da gangheri) Che scusare, ar-, dite voi di arrollarmi nella professione del giorno! v’arrogate il dritto di mettere un causidico nella bituminosa razza! vergogna... vergogna! (gridando per rabbia)
Ros. Zitto...
Cri.Che zitto... io voglio palesar tutto a vostra madre di latte, di ricotta, di ^acio vecchio... io voglio dirlo a tutto il quartiere... voglio mettervi alla berlina..
Ros. Zitto, e siano sti doje pezze (mostrandole) na caparra de chilio rialo che v’aggio preparato.