Paggena:Altavilla - Lo stracchino de no rano lo piezzo.djvu/52

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a sposa, chi mme l’assicura? No, non me voglio partì da vicino a cchillo scortecone manco... manco si avesse da morì nfìglianzal

Car. (tra sè)(A proposito: sì, la sua vigilanza potrebbe giovarmi!) (a Cri.) Caro amico, contentatelo; vuol restare qui? resti pure; la cosa è innocente.

Cri. Ma occorre almeno un motivo, un pretesto per trattenerci qui,e... oh che bella idea! andiamo sopra a prendere il passetto; per far indispettire i due negozianti estivi faremo finzione... che so io... di misurar la bottega... immagineremo di... bene, benone! (guarda per la strada) Ecco, sopraggiungono i nostri avversari, corriamo in locanda, il mio pensiero cade in acconcio, (entra in locanda)

Pul. Ma tornammo priesto, perchè io non me voglio allontana da cca. (entra appresso)

Car. Lucrezia, Lucrezia: la tua venuta formerà la tranquillità del mio palpitante cuore! (via c. s.)

SCENA VI.

Giovanni con Pastacchièllo, quindi Gennaro, Liborio, /hu Pulcinella e Crisostomo, in ultimo Luisella e Teresa.

Gio. (premurosissimo) Mena, mena, Pastacchiello: ca simmo quase a 21 ora e non s’è ancori apierto.

Pas. Lesta; la ddos’è ffatta; quanto s’ anneva e ssimmo pronte.

Gio. Ma comme bonora sì ramuscio! non bì che lo ggìovene dè Jennaro sta faticanno da meglio a mmeglio ncopp’ a la cammera! si mme faje arapì doppo d’isso, te sbentro!