Luc. Ganta, canta, e ppò schiatta.
Fil. Possi crepar tu % vecchia indemoniala! Srnó« mina sempre la mia persóna in questo affare, come io mi fos$i impegnato per un iganigoldò.
Luc. Basta ’ basta, non ve pigliate cchiu collera.
Fil. Eh! lu non consideri queste cose... si tratta . d’onore... (sedendo)
Luc. Zitto, zitto.,- (con grazia) accèndatele sta scoila... (glieV assesta) ’Ah f qMaidto mme dispiace st’arraggia che ve pigliate; sapite che Ja salute vosta preme a cchiù dcTuoo.
Fil. Nominarmi ingiustamente...a me... a me.che sono il tipo della educazione, P esempio della morigeratezza’.. Vuoi veder com’ è stramba v questa famigliàccia? va in estasi pel ricevimento fatto di quei daè nobili (parlo del Cavaliere e del Contino,) e non arrossisce pòi fl’ ammettere alla conversazìonfc quel trivialissimo soggetto, quel D. Ercole, ch’ e disperato più d’uq giocatore, ed è antipatico quatiIO...quanto il debito. Ct.a Rosa disputa Su quel galantuomo; su B. Giacinto, che io sti-’ xao più della mia vita... e perchè? perchè figlio d’uà guardaportoni; Vedete se è ragione questa per vituperare unoneàtogiovaneh.Asinaccia! io prezzo tanto i costumiamo tanto la sobrietà,quanto non mi cale nè della nascita, nè della condizione d’ una piersona: per me, che «redi? la donna di alta nascita da lavandaia mi failno la stessa impressione.
Luc. E bravo ’ ebbiva! e ssi sè nnammorasse de vuje quacche stiratrice, quacclie ccàmmarejra?
Fil. Sarebbe lo stesso,
Imo’ Quacche vqjassa?.. vajassa mo è mpossibile, è ttroppo F avvilimento,..