SCENA
PM<v^J°’ ’!parisei ’ difuori tett’ porta, Filinto, Lniei, Elisa, Ckilu e Rogi.
Pan. M«B8 mo, trasitef (invitai suddetti oherendorut vi st bili, e per soggezióne tono renitenti ad mirare nel detto locale)
Ros. No « no, mine piglio scuorno.
Lui. Che scarno, questo è un luogo decente V dà oectuo neirinterno e dice tra sè) (Gaspare addostar booora! avesse saputo cheaveva» Bo da veni cca!)
Nic. Favoriti, favoriti signari, senz’affrunte.
Fil. Ho capito, To io la strada avanti. (s’introduce) ’.
Pan. E io appresso. (c. ». e coti tutti gli altri Ros. j Ohi è no bello luogo)
Cec. Decentissimo!
Ros. Pan. uh! Purcinella!
Pul. (risentito) Pulicenellai Polieenella! parlate co rrispetto, signori, perchè io sono il priii» raccoglitore di toni gli arami brodóse., api te?
Pan. Sì stato, e ssarraje sempe ciùccio.-..
Pul. Giovene, tu pò « cenicelo viecehio, e ppùò ipealo ponte. r •
Nic., (a Pul) E zittiti, afflmatitUi cca;
Ros. Alo! ale! assettammooe. •
Pan. Si, ri, disponi i posti te D. Filtoto. fil. Con tutto piacere? sig, conti no, voi qua. ffono tutu con I’099ervazione che la tavola