lo cavalier Mèzojla, «Menno giovine de sia cantina.
Elis. ’ phc scorno! (viano con Luigi) Ros.
Pan. Chisto è no vigliettielio acctloncio accuoncio! (via)
Fil. (aCecilia) Signora soreflè.ecco chi sono i nobili che onorano la nostra casa.
Cic. Sbn fuor di mè?
Fil. (0 Nic-) Quanto importa la cena?
Nic. Cinco piastre.
Fil. Eccole. \atec.) Andiamo, a casa parlece, mof (viano)
Gas. (a Pul.) Puoz^esiere acciso! e mme Fqjè sta sorta d’ affronto I
Pul. Agge pacienza, io...
Gas. Che ttu, e ttti Ito meri’accido.,.
Nic. Zerb. (frapponendosi) Piano... Avv. r t
Pul. Ma ha tosse \ io sternuto, la folla...
Gas. Mo vattenne da cca ddfnfo,
Pul. Ha dda veni lo principale, èppò...
Gas. Vattenne o te scanno I
Pul: Maio... ’
Gas. Te voglio fa morì sotto & li mmane iriejè! (dandogli dei pugni)
Pul. (gridando) Ah!lo torniciofte..’.
Nic. (e gli altri) Ferinatèvè. (fanno svincolar Pulcinella)
Gas. Lle voglio passa lParrna... (cava un coltelio ed è quasi per colpirlo)
Pul. A mme! piglia: (gli tira sul viso un piatte . che trovasi alla mostra, contenente la cqsi detta cassata di Palermo. Gaspdre nei ri•