Fra. AcceHenza, io non lo canosco.
Bar. Lo conosci bifolco! lo conosci: tutti volete ingannarmi; mio figlio vi ha salariato per impalmar furtivamente colei che lo ha sedotto. (Bernardo apre una fessura delI’ armadio e mette V orecchio)
Fra. Signò, cCa nisciuno è stato salato.
Bar. Fuori scherzi o vi fiacco le ossa di legnate^: dov’ è mio figlio?
Cos. (tra sè) (Statte ca mo nce la ficco.) AcceHenza, io saccio addò sta lo figlio VU0810.
Bar. Svela il tutto,o paventa del mio furore; dove trovasi 1? indegno?
Cos. Sta nascuosto dinto a no quartino in fondo d’ una masserìa.
Ber. (tra sè) (lu fondo d’ una masseria! lo bi? Chisto ha dda essere lo disgraziato.)
Bar. Andiamo dunque., > •
Cos. Ma è no luogo solitario.
Bar. Sia anche nel centro detta terra; voglio assolutamente Carlo nelle mie mani.
Cos. Mo v9 accompagnammo nuje. (si piantano entrambi per farlo passare avanti)
Ber. Eh! non servono queste caricature... precedetemi, diavolo! (li spinge ed ambidue viano per la dritta)
Ber. (si slancia e trattiene il barone dicendogli sottovoce e col massimo impegno) (Non andate signore si tratta della vostra vita.)
Bar. Come! voi qui... che...
Ber. Zitto: entrate colà... (additando la prima porta a sinistra)
Bar. Che dite, io voglio