Paggena:Altavilla - No duetto sbriogna e no palco arrepezza.djvu/47

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misce!., ca si non fusse no nobile, da quanto tiempo t’avarria abbuffato! Vi chesmperio! è no 8emprice amico de la patrone e spacca, pesa e ccommanna da meglio a mmeglio!) (vìa)

Rin. Non v’è cbe dire: ogni mestiere ha le sue prerogative; ecco, quello di ciarlatano per base fondamentale ha bisogno d’una prontissima facondia, che diunita alla prontezza del volto, può seaza dubbio menarti all’apice della gloria e della fortuna. I/ esempio è in me; pei luoghi oltramontani ho fatto smercio di pezzette lucide e cerotti; ih questa casa, avvalendomi della balordaggine della padrona, vedova anziana e ricchissima 9 mi sono annunziato qnal principe e con tal mezzo potrò giungere al punto d’esser suo sposo e così padroneggiare immense dovizie.

SCENA II.

Laura riene dalla dritta in unione di Donati no. La prima perchè alzata da letto indossa un camice bianco. Appena resa visibile si conduce con impero alla soglia della porta d’entrata, ed invita il secondo con disprezzo ad uscire.

Lau. A voi, fuori; e qui non ponete mai più il piede.

Rin. (frapponendosi) Signora...

Lau. Principino non vi frammezzate; lasciate che dia sfogo alla mia bile, altrimenti posso schiattare. (c. s. a Don.) Fuori...

Don. Signora zia...

Lau. Che zia e zia...il canchero!