Pul. (Mapulk), 089ia eap0M?..)
Vin. (Gnora.)
Pul. (E pportalo ngalesse <, a ppede, a uògfio.... basta ch’ è no «apone. (mia Vincenzo) Noi» beco no pullo da anne se po ddicere, e sso speruto de pie magna pure K ppenne!)’
Lau. Principino, fammi la grati’ di condurti al caffè dell’ Aquila d’oro, troverai Ottavio: subito subito cbe venga qua.
Rin. Mi sono legga i vostri comandi! (a Nic.) Voi potrete a. vostro bell’ agio venire in mia casa. (sottovoce) (25tfo per carità 4)
Nic. (Famme fa l’affare mieje eggbianunod’ accordo.
Rin. (Non dubitare, ma non svelami o-paventa. dellatua vita!) («to)
Pul. Signora’ io sono qui dispoeto ai vostri comandi. ’
Lau. Non volete far prima cotestone?.
Pul. Comè volete.
Lau. Che vi pare? nel ballo sono leggiera?
Pul. Più di una campana di Manfredonia..,mà nel vostro ballo, bramerei una certa... una certa... (a Niceforo) (una «erta che?)
Nic. (Una certa filosofia.)
Pul. Una certa filosofia.
Lau. Ecco le parole dell’uomo istruito. Volete dunque confessare che il vostro cervello è classico? aggio ragione o tao di ostinarmi? eh! io difficilmente m’inganno. Qua, qua,’assettate ve e tocchiamo un poco la letteratura et’’ è cchella che mme trasporta. Nic. (sedendo) (Attiento Pulicenè a ochellocfae te suggerisco!)
Lau. Io ho avuto più di un maestro, manon mi hanno mai persuasa ad funditus: ecco per esempio, scaricate sulla filosofia.