Lau. QaeMèf bestie che rappresentano, me ne daranno conto.
Lui. Coa chi l’avete signora? noi siamo artisti d’onore cbe lucriamo il pane colle propriArtiche; (al pubblico) Signori, scusatela, avrà dato di volta al cervello.
Lau. (al pabblico) Amatissimi sigaori, io non sboò pazza, no: questa farsa i stata scritta apposta per sgamettarmi.
Ott. (al fondo dello platea dice a voce atta) Olà 1 facciamo silendo! (monta sulla tef dia) Signori attori, percepitemi: seguitate che il pabblico non dev’ essere d/starbato.
Lau. Nè, D. Otta, io te ringrazio, tu mm’ è fatto sto còmpllmento, ta haje fatta |crivère sta farza? fìtta.
Ott. A mme! io so no cioccio, è stato D. Nicefòro.
Nic. (dal palcoscenico) Cioè, voi me I’ avete ordinato.
Otta. Statte zitto mo, non te n’ incarica.
Nic. No, caro amico, questa è la maniera di compromettermi: voi dovete dir Paffare che...
Otta. Zitto, vi replico, zitto; e... e percepitemi (via)
Lau. (a Nic.) Briccone! avea pensato di formarfe la tua fortuna e sposarli...
Luc. (dal palco ove trovati in unione di Laura e Pepparella) Lo bì, assassino! te nciaggio cuoveto. (a Laura) Nè, madama,madà: a echi vuò sposà? saje ca chillo m’è nnamorato?
Pep. (come sopra) Saje ca chillo m’ è ffrate?
Lau. Ah mentitrici 1 Siete d’ una condizione