ATTO SECONDO
Càmera Mme nell’ atto precedente.
SCENA I.
Giovanni e Rinaldino.
’Rin. Signor mìo, non serve piò schiamazzare; la cosa par che sia bella e finita.
Gio. Finita! Pel sangue nobile di tutta la mia stirpe 1 io ne voglio soddisfazione. Che in’ avete preso per un cosi detto papurchio? Come! nasce un susurro in questa casa per cagione di quel ridicolo di vostro fratello...
Rin. ( fremendo ) Vi esorto signore con novella preghiera di usare altri termini meco parlando, e vi prevengo die se mio fratello è d’ un temperamento igneo, io viceversa, son dotalo d’ una certa flemma... ( guardandolo con lente, e parlando marcatamente ) capite? d’una flemma > e posso rispondere con tutto cuore.
Gio. Veramente dite? (guardandolo minaccioso)
Rin. Veramente!
Gio. ( con amaro sorriso ) Voi scherzate...
Rin. No, non scherzo.