— ao S C E N A II.
Errico, Rinaldino, indi Rachele.
Rin. (ricomparisce trattenuto dal suo germano) . Ma no, è impossibile; voglio soddisfazione, severissima soddisfazione.
Err. Zitto. Ora è duo po usar prudenza per giungere alla conoscenza del vero. Uo incognito mi ba segretamente assicurato che Rodrigo non sia cavaliere, ma un birbante in tutte le forme.
Rin. Possibile!
Err. La politica dunque...
Rac. ( a tal parola mostrasi visibile ) Sì, politica, politica; mo dicite buono D. Errico.
Rin. (tra sè) ( Eccola 1 ob filosofia compromessa I )
Rac. D. Errico mio scusate, vuje site troppo accensibile ecco x cca, pe ccausa vosta papà voleva accidere Clorinda, e ncià voluto lo bello e lo buono pe ccapa<*i tarlo.
Err. Avete ragione, signorina; è stata quasi ua aberrazione di mente; son pronto però ad iscusarmi col signor Pangrazio non solo, ma anche col gentilissimo eavalier Rodrigo.
Rac. Oh! mo facite buono; io capisco che la passione v* ha trasportato, ma perchè non ve servite della filosofia di vostro fratello? ( con Qfia burlesca ) Bel metodo I indifferenza, spassionato in.tutto, (a Rin.) Non è vero? ( contraffacendolo ) — donne, alla larga — le loro carezze non mi lusingano — ah, ah,.ah!
Rin. ( tra sè ) ( Mi corbella! oh mia virilità oltraggiata! )