SCENA Vlff
Giovanni, Pulcinella, Pancrazio e detto.
Pan. ( a Pul. ) Viye che ddieite?
Pul. Guorsì, eccolo cca. ( lo mostra )
Pan. ( tra sè) ( Che ffigura! ) Chi volite signor mio?
Teo. L’ Araba Fenice qui ini ha diretto.
Pan. La Fenice cca v’ha mannato?
Teo. Oibò, 1’ Araba Fenice.
Pul. D.* Barbara Felice, chi la mpignatrice? Gio* Chi impcgnatrice...capite? Y Araba Fenice. Pan, ( sottovoce ) ( E addò sta st’ Araba Fénice? )
Gio. ( Verso Caserta vecchia. )
Pan. ( a Teo. ) E che bò da me sta signora D.a Araba?
Teo. Dovrei parlarvi da solo a solo.
Pan. ( a Pul. e Gio. ) Aggiate pscienza, allontanatevi. ( poi soggiunge agli stessi sottovoce ) ( Mettiteve de guardia, ca Chisto non me capacela. )
Gw. ( Saremo corpo di osservazione. )
Pan. E così? ( a Teo. )
Teo. ( siede e lo guarda con occhio stralunato )
Pan. ( Mamma mia! Chisto fosse pazzo! )
Teo. Si, scrutinando le fasi del mio astronomico esercizio, so e veggo chiaramente che voi siete padroneggiato da un* eccessiva passione.
Pan. Sicuro, per la bonaffieiata.
Teo. Eccomi dunque pronto per secondarvi, e V omogeneo, viso di cui Tormovvi natura, mi decide sempreppià di appagarvi ed assicurare la vostra colossale fortuna.