Pul. ( rimettendoti prestamente) Voglio d), lo cavaliere.
Min. ( piano a Rac. ) ( E una: sentirete. )
Pul. Io da che è aseiuta la strazione one sento a ppo.co a ppoco asci lo fiato pe la porta carrese; dunque la morte è bicina. ( cava una piccola bottiglia dalla saccoccia a dritta, beve un poco di vino e la rimette al suo luogo),
Rac. E cchello chedè?
Pul. E no specifico antimortìfero; è mmaraniello, serve per interrompere l’infiammazione alla casacca. Ah! non potete credere che sto sotfrenno... oimè! le orecchie mi si bendano! gli. oéchi non ci sentono piò! ( mette fuori altra bottiglia dalla saccoccia a sinistra, beve e la rimette come sopra )
Rac. E cchello chedè?
Pul. £ mmonte de Procèta; serve per addolcire la meuza che Ee sta fecozzianno co ttutta la sligliola. ( da quella in petto similmente ne cava uri altra )
Rac. E ochesia?.
Pul. E asprìnia: ha la parte sierosa, serre per assodare i muscoli, sfelatora, e ossa inasta.
Rin. ( lo afferra e gli dice con calore ) E.per rappaciare la rostra coscienza, quale specifico adqprate?
Rac. ( credendo prossima una briga ) D. Rinaldi...
Rin. Noa temete..
Pul. fion foaioimo ragazzate, ca io moribonnó , e‘buono, vaco a ppiglià li pprete.
Rin Pietre, pietre! ( to afferra veementemente) Tramortisci o vile!