Rin. Inorridite; è’il cavaliere Rodrigo.
Rete. Uh f che ddicitè!
Rin. Caro padre, non si perda ua atomo, entrate qui novellamente, e non incité sen* za un mio cenno.
Ant. Chello che buò. ( entro nett anzidetto stanzino )
Rin. Rachele mia, tu.., Oh I scusale se noo dando riflessione alla...
Rae. ( con grazia ) Rena mo * ca tn’è caaro chillò tu.
Pul. ( con significato ) Ho capito... tir... tu... ed è prossimo 1’ ambigit.
Rae. ET accossì? ’
Rin. Tu, Rachele, serba perfetto silenzio, perchè noi due ci occuperemo alla preparazione 0’ un novelle artiBaio pel garbatissimo ca* valiere.
Puh E trutte mbommc hanno da essere. ( av* viiondosi s’ incontrano con An. )
SCENA IH.
. Pangrazio e detti.
Pan. Oh f jnsto D. Rinaldi, io...
Rin. Scusate, non posso darvi udienza.
Pan. Ma io...
Rin. Altri affari mi occupano... Lo sposo... lo sposo... il cavaliere è ansiosissimo di... e mi attende con premura. Caro B. Pangrazio, gran festini, gran preparativi, gran chiassi si vedranno a momenti. ( via per . la porta d’ entrata )
/fan. Ma, diciteme...
Pul. Gran preparativi, gran festini, gran mazziate nciavranno da essere, (via appresso)
Pan. Maro, me t cca che mbruogUo se fa?