Pan. Gomme!
Gio. Io so no servitore.
Tutti. Servitore!!
Pan. Chiammateme no salassatore!
Ans. Sì, è no servitore wariuòlo che s* arrobbaje tutta la rroba mia, e mme porlaje a
lo apetale.
Mar. Nu servitore mariuòlo che mm’ ha truffato 300 ducate. *
Pan. Belli feudi che ttenive! Cammina fora, assassino! ■,
Pul. Jesce fora, jesce fiora!... ( lo spinge )
Gio. Comipe! e ttu non?..
Pul. No,#non te mena sotto a li rrote, ca D. Ànzelmo sape la nnocenzia mia: alò, cammina foraV non sta bene nu maduoloin mezzo ad un ammorra di galantuommene.
( lo spinge a forza di cald e lo conduce fuori
Pan. Ma io non me faccio capace: tifile sii rigale, tutta sta rroba chi li’ha mannata?
Rin. Lo sposo Errico.
Err. Io! e con qual danaro ho fatto acquisto di tali oggetti?
Rin. Con quello di tuo* fratello.
Pan. Ma spiegateve,. mmalora!
, Rin. Sappiatelo alla fine: io ho vinto 13 mila ducati alla lotteria.
Pan. Che ppiacere!
Rac. Oh! ca s’ è rrotie li ggamme sta filosofia
- paccariata.
R n. E tutta 1* obbligazione è dovuta al nostro finto Casamia.
Pan. Pure finto! cca che mbruoglio è?,
Rin. Ultima trasmigrazione: signor fratello, guardale chi s’ asconde nel nostro Casamia.
( gli toglie i baffi )