’Err. Padre mio! (corre nelle tue traoda ) 7\Mì. Padre!
Pul. Oh metamorfosion I
Teo. Sì, entrai qui sconosciuto per scorgere l’ao* demento di mio figlio, e per conoscere la condotta della sua amante. Veggo ch’è una giovale dotata d’ogai pregio, per cnl di buon grado acconsento alla loro unione. Ciò. Ohi me felice I Sin. Ecco il giorno fortunato per tutti!
Pul. No pe mme mmalora, no pe mme: lo pa* drone mìo miedece, mo i benuto, se piglia
li rricette e io comme arricetto ala lopa che ttenco?
Rin. Coll’ ammogliarti con Marianna. ’
Pul. Meglio I e l’demento mazsecatorto chi nce lo ddà?
Rin. Io. Mediante lo sborso d’una sommetta, vi farete sposi ed entrambi resterete a servirci. Va bene?
Pul. Optime, et ego osculabitis manornm.
Rin. Signori* potevate mai credere die in un sol giorno-dileguavasi il tùrbine delle nostre sventure? La fortuna volle proteggere ogni r ’ mia speranza; eccomi all’ apice della felicità, e questa mano che ora offro ad una ‘ sì vaga consorte, essendo accompagnata ’ datla paterna benedizione, corrobora la presente gioia, e...
’Ans. ( unendo le numi di entrambi ) E predice una prosperità che non sarà tutbata giam* mai!
Fine delia Commedia.
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