Lue. E io che succio!
Ann. ( chiude veementemente la porta a dritta, sottovoce e con sommo interesse dice ) Lucreria, io ti proibisco di eseguire il matrimonto, e se per questa sarà diverrai sposa, sarà seguala’ irrevocabilmente la tua eterna srentura.
Ros. Vqje che ddieite?
Lue. Spiegateve.
Am. Tanto £; Verrà così distrutta l’eredità di 36 mila ducati.
Lue. Sene mio!
Ros. 86 milia ducale!
Ann. E mio do perderà ancora la somma di 4 mila ducati lasciati dal testatore per suo compenso.
Lue. Mo me facile atterrà na chèlleta! parlate pe ccartià!
Ann. Lucrezia, die corte. Il mio viso è la sede della sincerità, io II parlo col cuor sulle labbra; il matrimonio si dovrà eSettuire noti in Napoli ma in Biscegtie, perchè al contrario facendo... ascoltami con atteuio. ne. Si è nominato qualche volta nella tua famiglia il nome di Tommaso RiaaMi? rammentalo.
Lue. Si, ssc l’aHicordo, era lo nonno mio, e noe parlava sempe la bonarma do papà.
Ann. Ebbene, qoeeto tal Tommaso à mono quattro mesi n imfcecae, ed ba lascialo 36 mila ducati all* iaflcn Ma nipote che sei tu.
itaZje*
Lue. 36 milia ducale!
Ros. E ccomme; na consolazioQe accussi ditto afittto!
Ann. le fuì presente al testamento olografo cons*
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