AU* iiaifl»«tfR> kt stagli nella formò: ixpd non
> t Annoi ma arrosto, qsslificato arrosto. (con tuona ) IUra.o> vile quarta fiorane vir. tasto e statateci:em è padrona di M aita
ducati.. ’ ’ ■
SCENA ULTIMA.
Pakoraho, quindi Atomie
e detti.
>.» »t.■ < v.. ’
Mad* à ppadrona de lo cancaro die fototeca? Sigoure mieje, sta proprietaria è ppadrona di 36 mila ducati, e non aveva easa addò* ire & «posi.
Me. Gòè? cbefltonon è ocasasoja!
M,ad. E casa mia, è casa mia.
Pan. Gasa mia, case mia...
Pul. ( per burlarli mette la voce come > venditori de’ calendari) Barbanera» lo catenario nuovo. Oh che pptaeere! (mona *• *•)
Am* (ti presenta con tuono scherzevole) signori miei di ohe si tratta? ( guardando Pan. e Mad.) Voi qua! avete saputo dunque che . la proprietaria?..
Mad. Tu qua proprietariai, chesta è na peazentona.
Fra. (con agitazione) D. Alè, madama «he ééice? —peaseotana! — e«ade che se’ tratta?
lios. Parlate pe ocarita! lo testamiento è là vero, a pure...
^/*. Eh’Tia, non prestate1 udito àll? ciarle dique - •; sta gentaglia; «eoo UfestsMsntè, Fcaoeesco i. leggetelo voi stesso ( glielo conségna>,•
Fp04 (tpre il.tostamente Aquri)’ « Signor: no* c taro de* miei stira!i, stgaooitabroglione.