Ann. Uh ccommara mia, lo Cielo, te pozza mprofeci 1
’Aga. Uh 1 quanta chiacchiere; jammo jà. (avviandoti per la dritta)
SCENA ni.
Lzonrmo e detto.
Leo. (trattenendole dice con tuono ad Agata) Per dove?
Aga. A ffa no servizio. (avviandosi)
Leo. (e• s.) Alto; stiamo alla voce conjugale: per dove?
Aga. Uh 1 pò lo ssaparraje. (e. s.)
Leo. (e. s.) Stiamo al dovere: per dove?
Ann. Pe lo malanno che nciafierra...Compà, lassance ire.
Leo. Commare, in questi affari lei non s’impicci: per dove?
Aga. Uh 1 Chisto sa comm’è Uòteno; pe bennere stu muccaturo e ddà a mmagnà la commara mia che dall’autriere sla diuna; perchè nè lo marito, e nè lo frate se sò rritirate a la casa.
Leo. Benissimo! aver compagno al duol scema la pena. Andate.
Ann. (con cuore) Compà, st’ axione che...
Leo. Andate. Sta sera anche voi avrete parte de’miei sudori: correte subito; ponete un argine al vostro qualificato appetito. (le donne viano) Eh! la fame si fa rispettare più della fama: poco fa ho divorato una frollosa composizione, ma par che siami stato di maggior nocumento per la rivolta