dar. Lo cammariere de piazza, Giorgio Tricehitracche.
Ann. Tricchitrà, s’è «maturata a la fioechella tale mbornma. «
Gior. Mo vide pe echi 8’ è mmaturata
Ans. E voi? (a Pascalotto)
Gior. Chisto è no masto de ballo Tunnesino, persona ricca ed ancorata.
Tom. (tra sè) (Mo non tocca a mme: zitto.)
Ans. E quest9 nomo (indica Tom.) com’ è andato ad accusarvi per ladri?
Gior. Nuje ladre! auh! sì Tomma.«.vi -cornine cemiente l’annore de la povera gente. Signò,
li latre se trovano dinto a sta casa’ e stanno chiuse comme a ssurice dinto a lo mastrillo.
SCENA Vi.
Pascariello, Pulcinella, quindi Leontino.
Pas. (affacciandosi alfinestronecN è sulla porta di Leontino soggiunge con tutta fran- < chezza) Presente e accettante,
Pul. (c. s. dal finestrone contiguo) E pronti ad ogni congratulazione.
Ann. (con eccessiva sorpresa) Mattono e (fraterno!
Chia. Che ddice! cfaillo è no masto de ballo (indica Pul.) e cchillo è lo figlio de D. Pangrazio.
Ann. Vuje che ddicite, chiste so dduje vagabunne.
Pul. A servirvi per la vagabondarla non per la mariolaria, poichè non leviamo il merito a questi due professori conosci uti.(mt&ca Giorgio e Pascalotto)
Ans. Uscite da queste camere. (rientrano enIr ambi).