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Lop. >lo norr so quel che <fitei A noi;- . v
Puf. Aspè , cocaine vaje de presta.. E non bua
prunaie . . ’ ' * . ,-.V - , - .
Zop. Avete ragione. Ecco if min petto. jfc scopre. €i è niefke ?
Pii/. GrmrsV.- *i Lop. E che cosa?
Vul. La cammisa no poco sfanokllar £op. Lasciatemi federe il vost*io.7 j . ....
L C ®f 5 P OZ2 ’ all.a«à quatta cria far e>\
C & bìl chillb quanncr maniera* vene. \
Lnp. A. noi. Puh A nule Lop. Ah . .
- L>ul. Ponta nterra. Lop. E perchè ?
Pai. "Virò sapè la verità-, io* si noo m’ arrangia non pozzo duella, dirume pecche oc’ appio.
- eecammo, ca accessi tmne n famose t’accrdo. Lop. E bene , io uccisi vòstre fratello.
Pul. Tanto poteva essere,- che isso accedeva *• te , ed era lo stesso , ucopp’a eheslo no sanate'
- *ee“ po«n piglili collera./' »r* >i
Lop. Amoreggiai con vostra sorella.
Puh E essa non se fosse fatta amoreggiar ^ Lop. ì/ì a voi non vi sdegnate ?
Pul. E che buè sdegna ? : -
Lop. Dunque *non ci batteremo PuL Io so fatto acoossi , non so ta alò» fa cèfo od arraggiarme. Dinante quatto mmale parole, che accossi pò essere che Imme nfoco e tira
“ an f-..^ y,d f. ch ’ a 88 i< * da fa pe pigli* riempo, e eh il lo mbiso no bene,) : . * -,
Lo». E bene , voi siete un vile.
Pai No vile y sissignore.
Lop. En melenso. > puh Sfelènab e.«i«ióv Lop. Un codardo.- > . r
Pul. Coda de lardo f Tira inano;
Lop. A nor. u Puh Ponta n terra. >v .
Lop. Che fai i -
Pai. Tu cornine aje ditto?
Lop. Che siete un codardo. »i,.< t ! ,,
- ° »veva atrio. coda de lardo*. Va bnonrciW
Lop. Ma D. Giovanni, .voi noA ivi »H#rat« mai.