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DIALETTO
nuostra[1]. Loco stà Zita Bernachia, cha stà trista[2] pe tene. E stà aguardate. In Napole, lo juorno de Sant'Aniello.[3]     za nostra. Loco stà Zita Bernacchia, cha stà trista pe tene. E aguardate. In Napole lo juorno de S. Aniello.

Del-


  1. Chiazza nuostra. Per questa Piazza, o sia Sedile, che replicatamente si nomina, crediamo che abbia ad intendersi il nostro Sedile di Porto. Nel recinto di esso era il quartiere che allora dicevasi Loggia de’ Fiorentini, e l’antica loro Chiesa dedicata a S. Giovanni era poco discosta dalla Chiesa, e Convento de’ Domenicani di S. Pietro Martire. Oggi è distrutta, dopo che dalla generosità della famiglia de Medici fu fabricata quella che oggi esiste, ed è anche essa sotto l’invocazione di S. Giovanni. In quel quartiere di Porto abitò il Boccaccio. Il Petrarca avea alloggiato dentro lo stesso Convento di S. Pietro Martire.
  2. Stà trista. È maniera nostra di dire per dinotare lo star gravemente infermo, e vicino a morire. Qui pare che indichi lo star morta per amore.
  3. Anche il giorno di questa data pare che abbia due allusioni di scherzo, l'uno sul nome d’Aniello, o Agnello, che a sentirlo dar ad uomo ragionevole, per chi non vi è abituato, dà tanto da ridere quanto se si sentisse dare il nome d’altro animal bruto. L'altro è, che questo Santo è particolarmente tutelare delle donne gravide, e de’ bambini nati, acciocchè sian liberati dalla gobba.